OPERE

ROMANZI E RACCONTI

«È stato detto che nelle Parrocchie di Regalpetra sono contenuti tutti i temi che ho poi, in altri libri, variamente svolto. E l’ho detto anch’io».

Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia pubblicò questo romanzo nel 1961. Allora, nelle parole dell’autore stesso, «sulla mafia esistevano degli studi, studi molto interessanti, classici addirittura: esisteva una commedia di un autore siciliano che era un’apologia della mafia e nessuno che avesse messo l’accento su questo problema in un’opera narrativa di largo consumo». …

Dal risvolto di copertina

Se dovessimo indicare una forma romanzesca capace di rivelare come si compone e come si manifesta quell’impasto vischioso del potere che la politica italiana ha avuto per lunghi anni il funesto privilegio di produrre, basterebbe rimandare alle asciutte pagine di Todo modo

Dal risvolto di copertina

Pubblicato nel 1966, e oggi tradotto in tutto il mondo, questo romanzo dell’oscura, crudele Sicilia è universalmente considerato una delle maggiori imprese narrative di Sciascia. Sobrio, amaro, sottilmente sarcastico, …

Dal risvolto di copertina

Racconta Sciascia che cominciò a scrivere questo romanzo come un «divertimento» – e presto gli si trasformò fra le mani in qualcosa di terribilmente serio.

Dal risvolto di copertina

Abdallah Mohamed ben Olman, ambasciatore del Marocco, si trova a Palermo nel dicembre 1782, per via di una tempesta che ha fatto naufragare la sua nave sulle coste siciliane. …

Dal risvolto di copertina

Il protagonista di questo romanzo è un commissario di polizia, il cui solo nome qui è Vice: sostituto, forse di qualcosa che non c’è affatto, supplente di una realtà già scomparsa, o dilatata fino a diventare irreale, come la moneta in tempo di inflazione. Nella mente di Vice, molto malato, sembra svolgersi la storia che leggiamo: storia di un biglietto minaccioso e misterioso …

Da risvolto di copertina

Scritte da Leonardo Sciascia con una finezza e una leggerezza di dettato sorprendenti in un’opera d’esordio, le giovanili Favole della dittatura (1950) sono anzitutto quello che sembrano: ovvero trasparentissime, appuntite allegorie che denunciano gli orrori della dittatura fascista, da pochi anni conclusa, e di tutte le dittature e le tirannie, con i loro archetipi comportamentali sinistri e grotteschi.

Dal risvolto di copertina

Una storia semplice è una storia complicatissima, un giallo siciliano, con sfondo di mafia e droga. Eppure mai – ed è un vero tour de force – l’autore si trova costretto a nominare sia l’una sia l’altra parola. Tutto comincia con una telefonata alla polizia, con un messaggio troncato, con un apparente suicidio. E subito, come se assistessimo alla crescita…

Dal risvolto di copertina

A Palermo, verso la fine degli Anni Trenta, «un crimine atroce e folle, di cui è protagonista un personaggio vinto quanto quelli di Verga e sgradevole quanto quelli di Pirandello». La macchina giudiziaria si muove – e sin dall’inizio aleggia sul processo l’ombra della condanna a morte. 

Dal risvolto di copertina

8 novembre 1913: la contessa Maria Tiepolo, moglie del capitano Carlo Ferruccio Oggioni, uccide l’attendente del marito, il bersagliere Quintilio Polimanti. Per qualche giorno l’Italia si distoglie da altri pensieri per concentrarsi sulla contessa, …

Dal risvolto di copertina

Nel febbraio del 1617, a Milano, Caterina Medici, serva «carnosa ma di ciera diabolica», viene condannata al rogo: «Sia condotta sopra un carro al luogo del pubblico patibolo, ponendole sulla testa una mitra con la dicitura del reato e figure diaboliche,  …

Dal Risvolto di copertina

Dal 26 marzo 1938 si perdono le tracce, fra la partenza e l’arrivo in un viaggio per mare da Palermo a Napoli, del trentunenne fisico siciliano Ettore Majorana, che Fermi non esiterà a definire un genio, della statura di Galileo e di Newton.

Dal risvolto di copertina

Manifestando pienamente la sua vocazione di scrittore-detective, Sciascia ci consegna con Cronachette una teoria di ritratti memorabili: «Vanno dai primi del secolo XVII ad oggi: ma in tutte è il senso e il senno dell’oggi, almeno nelle intenzioni; …

Dal risvolto di copertina

Il 6 febbraio 1927 la «Domenica del Corriere» pubblica, con il titolo Chi lo conosce?, la foto segnaletica di un uomo ricoverato nel manicomio di Torino e senz’altra identità che il numero 44170. Inaspettatamente, di identità ne affiorano addirittura due, opposte e inconciliabili. Chi è veramente lo sconosciuto?

Dal risvolto di copertina

Il 1° ottobre 1862 un «fatto criminale di orrida novità» funesta Palermo: alla stessa ora, in luoghi quasi equidistanti – «una stella a tredici punte» sulla pianta della città – vengono pugnalate tredici persone. A investigare su quella che subito appare come una sinistra macchinazione è il procuratore Guido Giacosa, …

Dal risvolto di copertina

Così Sciascia volle presentare questo bellissimo libro di racconti, scritti fra il 1959 e il 1972: «… mi pare di aver messo assieme una specie di sommario della mia attività fino ad ora – e da cui vien fuori (e non posso nascondere che ne sono in un certo modo soddisfatto, dentro la mia più generale e continua insoddisfazione)

Dal risvolto di copertina

Presentando, nel 1973, la silloge di racconti Il mare colore del vino, Leonardo Sciascia ne rivendicava, oltre che la necessità, la profonda coesione interna. Una coesione, possiamo oggi precisare, ottenuta a prezzo di esclusioni molto più drastiche di quanto Sciascia non lasciasse trapelare («Questi racconti sono stati scritti – con altri, pochi, che non mi è parso valesse la pena di raccogliere e riproporre – tra il 1959 e il 1972»). Basterà leggere in questo volume,

Dal risvolto di copertina

Pubblicato nel 1958 nei «Gettoni» di Vittorini, poi di nuovo nel 1961 con l’aggiunta di un importante racconto, L’antimonio, che è un po’ un romanzo interrotto, Gli zii di Sicilia è la prima apparizione di Sciascia come narratore puro, fabulatore di storie che qui sono della Sicilia e della Spagna (la guerra civile nell’Antimonio). Con voce sommessa e ferma, … 

Dal risvolto di copertina

L’onorevole, quasi un morality play, percorre in tre atti folgoranti, sanciti da una chiusa beffarda dove Pirandello sembra incontrare Brecht, la vicenda di un modesto professore di liceo benedetto (e moralmente dannato) da una repentina elezione al Parlamento

SAGGI

Molto si parlò di questo libro, quando apparve nel 1979. Ma allora notando soprattutto ciò che Sciascia vi dice della realtà pubblica che lo circondava: l’Italia come paese «senza verità», dal caso del bandito Giuliano all’affare Moro, la cui ombra si stende sulle ultime pagine di Nero su nero.

Dal risvolto di copertina

Sicilia: «Una terra difficile da governare perché difficile da capire». A questa terra, a tutte le sue «corde» («la seria, la civile, la pazza» scrisse una volta Pirandello), al passato più oscuro come al presente più invadente Sciascia prestò sempre un’attenzione puntuale,  …

Dal risvolto di copertina

«Forse è a questa storia minima che io debbo l’attenzione che ho sempre avuto per la grande» scriveva Sciascia a proposito di questo libro. Pubblicato nel 1984 e qui riproposto con l’aggiunta di altre voci, che Sciascia aveva accumulato negli ultimi anni, Occhio di capra è forse la più agile …

Dal risvolto di copertina

Era convinzione profonda e ben fondata di Sciascia che fra i caratteri peculiari della sua terra vi fosse una certa «refrattarietà dei siciliani alla religione cristiana», paradossalmente confermata dalla profusione delle forme di culto religioso.

Dal risvolto di copertina

Scritto a caldo nel 1978, questo libro non ha che guadagnato con gli anni. Mentre, in una nobile gara di codardia, i politici italiani, nonché i giornalisti, si affannavano a dichiarare che le lettere di Moro dalla prigionia erano opera di un pazzo o comunque prive di valore perché risultanti da una costrizione, …

Dal risvolto di copertina

«Una “notizia” della Sicilia attraverso particolari letture ed esperienze»: così Sciascia definiva, dandola alle stampe nel 1961, questa raccolta di scritti, aperta dal grande saggio pirandelliano che dà il titolo al volume – e che rimane forse la guida migliore per avvicinarsi a un’opera tanto popolare quanto equivocata.

Dal risvolto di copertina

Utilizzando la Storia come un gigantesco cruciverba in cui orizzontali e verticali sortiscano contatti e cortocircuiti tra eventi e personaggi distantissimi, Sciascia ci ha consegnato con questa raccolta di saggi uno dei suoi libri insieme più articolati e conversativi. 

Dal risvolto di copertina

Questo libro raccoglie per la prima volta saggi che Sciascia dedicò a scrittori quanto mai diversi, spesso con il fine dichiarato di rivendicarne l’opera e aiutarla a trovare nuovi lettori. Attività che risultò preziosa per tutti e molto gli era cara. Fu lui stesso a tratteggiarla come meglio non si potrebbe: «Qualche anno fa, a un giornalista che gli chiedeva perché scrivesse ormai tanto poco,

Dal risvolto di copertina

Ha detto Sciascia, a proposito di adorabile: «Può darsi che questa parola io l’abbia qualche volta scritta, e sicuramente più volte l’ho pensata: ma per una sola donna e per un solo scrittore. E lo scrittore – forse è inutile dirlo – è Stendhal».

Dal risvolto di copertina

faits divers – sottolineava Sciascia presentando nel 1989 la sua terza raccolta di articoli e saggi dispersi – sono «quelli che noi diciamo fatti di cronaca, cronache quotidiane, cronache a sfondo nero, passionali e criminali spesso, sempre di una certa stranezza e di un certo mistero». «Fatti diversi» vale dunque «parodisticamente, paradossalmente e magari parossisticamente, “cronache”: 

Dal risvolto di copertina

Nel caso di Sciascia, che rivendicava il diritto di essere «saggista nel racconto e narratore nel saggio», le etichette, si sa, funzionano male, mostrano tutti i loro limiti. Ma anche all’interno di una categoria in apparenza inscalfibile come quella qui utilizzata per il sottotitolo, i conti alla fine non tornano, e il cartellino, pur necessario, appare riduttivo. 

Dal risvolto di copertina

Ci sono molti punti oscuri negli ultimi giorni di vita dello scrittore francese Raymond Roussel. E ce ne sono davvero troppi nella sua morte, avvenuta a Palermo nel luglio del 1933. Quarant’anni dopo Sciascia riapre l’inchiesta,

Dal risvolto di copertina

Molto infastidiva Sciascia l’essere considerato un «mafiologo»: «Sono semplicemente uno che è nato, è vissuto e vive in un paese della Sicilia occidentale e ha sempre cercato di capire la realtà che lo circonda, gli avvenimenti, le persone» diceva.

Dal risvolto di copertina

Ha detto Sciascia, a proposito di adorabile: «Può darsi che questa parola io l’abbia qualche volta scritta, e sicuramente più volte l’ho pensata: ma per una sola donna e per un solo scrittore. E lo scrittore – forse è inutile dirlo – è Stendhal». Sciascia aveva per Stendhal un’ammirazione intima e appassionata … 

Dal risvolto di copertina

Ci sono molti punti oscuri negli ultimi giorni di vita dello scrittore francese Raymond Roussel. E ce ne sono davvero troppi nella sua morte, avvenuta a Palermo nel luglio del 1933. Quarant’anni dopo Sciascia riapre l’inchiesta, svelando e al tempo stesso accrescendo il mistero: come ha scritto Giovanni Macchia, i suoi Atti stringono l’opera e il volto di Roussel «in un’unica immagine», e convincono che «era l’opera a guidare la sorte, la fatalità di lui essere vivente».

Dal risvolto di copertina

Si può dire che Pirandello sia fra gli scrittori più celebrati, ma meno compresi. Ammiratori e detrattori, quando parlano di lui, tendono irresistibilmente a lanciarsi in disquisizioni generiche e astratte. Leonardo Sciascia, che conosce Pirandello nelle vene, …

Dal risvolto di copertina

Nel 1961, quando ancora Simenon era confinato fra gli scrittori di serie B, Sciascia, dopo aver dichiarato che i suoi romanzi valevano ben più di quelli dell’école du regard, aggiungeva: «… e forse anche qualcuna delle avventure del commissario Maigret ha più diritto di sopravvivenza di quanto ne abbiano certi romanzi che, a non averli letti, si rischia di sfigurare in un caffè o in un salotto letterario».

Dal risvolto di copertina

OPERE RACCOLTE

Per lo più le «opere in raccolta» assolvono a un apprezzabile compito: invitano a ripercorrere nel suo insieme e nel suo sviluppo cronologico l’attività di uno scrittore, e dunque a ridefinirne il peso all’interno di un certo panorama letterario. Nel 2003, per limitarci a un solo esempio, l’ingresso di Simenon nella «Pléiade» Gallimard (con una scelta di ventuno dei suoi romanzi) ha assunto il valore di una consacrazione ufficiale: o se vogliamo di un tardivo riconoscimento.

Dal risvolto di copertina

Di fronte a uno scrittore consapevolmente «saggista nel racconto e narratore nel saggio» come Sciascia ogni tentativo di classificazione sembra improponibile. Ma il curatore di queste Opere ha accettato una sfida ricca di implicazioni critiche: e dopo aver esplorato narrativa, teatro e poesia, ci invita ora a ripercorrere la linea ‘impura’ della produzione saggistica, 

Dal risvolto di copertina

«… quando mi viene un’idea di qualcosa da scrivere, breve o lunga che sia,» ha dichiarato Sciascia «non so in prima se mi prenderà la forma del saggio o del racconto». Opera in lui, infatti, un «gioco costante di correlazione» tra queste due forme: il che fa sì che riesca a essere, come pochi altri, «saggista nel racconto e narratore nel saggio». 

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